Il sogno di ogni atleta è di partecipare alla Olimpiadi. Si tratta di un sogno che dura nel tempo e che soltanto pochi alla fine riescono a realizzare. Quest’estate si è svolta la 33.esima edizione dei Giochi olimpici, quella di Tokyo, dal 24 luglio al 9 agosto. Per le note vicende sanitarie, l’edizione che avrebbe dovuto svolgersi nel 2020, si è tenuta infatti quest’anno.
Nel corso degli anni sono stati tanti gli atleti della Dalmazia e in primo luogo di Spalato che hanno coronato il sogno di partecipare alle Olimpiadi. Sono storie di atleti famosi e di altri, in particolare quelli di sport minori, di cui si sono perse presto le tracce. Sono stati finora diverse centinaia gli atleti spalatini, nati nel capoluogo dalmata o qui residenti al momento delle Olimpiadi, che hanno gareggiato ai Giochi. Ecco le loro storie.
1992, Barcellona
La XXV edizione dei Giochi olimpici estivi si tenne a Barcellona, in Spagna. Fu l’Olimpiade dei record e degli esordi. Stati come Jugoslavia e Unione Sovietica non esistevano più e ad affacciarsi alla ribalta internazionale in questa edizione furono per la prima volta parecchie nazioni. Nel caso dei Paesi Baltici fu un ritorno ai Giochi dopo l’edizione del 1936. A Barcellona furono rappresentati pertanto ben 169 Paesi. Furono pure le Olimpiadi dell’apertura verso il basket professionista e i giocatori americani dell’NBA. Inoltre non ci fu alcun boicottaggio, un fenomeno quest’ultimo che era stato fin troppo presente nelle precedenti edizioni. Soltanto quattro membri della grande famiglia olimpica non inviarono i propri atleti nella penisola iberica: Afghanistan, Brunei, Liberia e Somalia.
Queste furono pure le prima Olimpiadi a cui partecipò la Croazia quale Stato sovrano e indipendente, che aveva appena aderito al Comitato Olimpico internazionale. Inevitabilmente, potremmo dire, fu marcata e importante la presenza degli atleti dalmati. Furono due alla fine le medaglie “dalmate”. Arrivarono dalla pallacanestro e dal tennis. Da notare che il portabandiera alla cerimonia d’apertura fu il grande tennista spalatino Goran Ivanišević.
Pallacanestro d’argento
Splendida la performance della nazionale di pallacanestro. Visti i cambiamenti politici tettonici in Europa, poche settimane prima dell’inizio delle Olimpiadi in terra spagnola, si svolse il torneo di qualificazione per i quattro posti a disposizione delle nazioni europee, oltre ai padroni di casa della Spagna. Vi parteciparono ben 25 Paesi. La Croazia fu inclusa nel gruppo C. Il tutto ebbe inizio con la sconfitta contro la Germania. Per fortuna seguirono le vittorie contro Romania, Islanda, Portogallo e Grecia. Alla fine la nazionale croata agguantò il secondo posto che le permise di partecipare al girone finale a otto. Pure questo girone iniziò con una sconfitta, contro la Lituania. Per fortuna seguirono le vittorie contro CIS (la squadra degli Stati successori dell’Unione Sovietica, senza i Paesi baltici), Slovenia, Cecoslovacchia, Italia e Israele. Alla fine la Croazia si piazzò al secondo posto e si qualificò per le Olimpiadi di Barcellona.
Qui il sorteggio per la fase a gironi fu ostico, praticamente proibitivo. Si iniziò con una vittoria contro il Brasile (93-76), a cui fece seguito l’inevitabile sconfitta contro il Dream team americano (70-103). Dopo a cadere furono i padroni di casa della Spagna (88-79), la Germania (99-78) e l’Angola (73-64). La nazionale croata così concluse il girone al secondo posto e si piazzò ai quarti di finale. Qui il primo ostacolo fu superato agevolmente: l’Australia fu infatti sconfitta per 98-65. In semifinale la nazionale si ritrovò di nuovo ad affrontare la CIS. L’incontro cominciò male con gli avversari in vantaggio per lungo lungo. Nel finale arrivò il tanto sospirato sorpasso, con la vittoria risicata per 75-74, sufficiente per ottenere il piazzamento in finale. Una finale dal risultato scontatissimo, ovvero con un argento assicurato. L’avversario fu nuovo la nazionale dei sogni, quella americana, con tutte le stelle dell’NBA, da Jordan a Magic Johnson e Bird. Fu una partita a senso unico, ma con un’ottima Croazia che si batté con le unghie e con i denti e riuscì a rendere la gara interessante. Alla fine gli americani vinsero per 117-85. Miglior marcatore fu Dražen Petrović con 24 punti. A 22 punti si fermò invece Jordan.
A fare parte della nazionale croata furono i dalmati Dražen Petrović, Toni Kukoč, Arijan Komazec, Velimir Perasović, Dino Rađa, Žan Tabak, Alen Gregov e Vladan Alanović. In panchina l’allenatore Petar Skansi, pure dalmata.
Il grande Dražen Petrović
Dražen Petrović era al culmine della sua carriera. Carriera che cominciava a decollare pure nell’NBA. Ma da lì a un anno un destino atroce lo avrebbe portato alla morte. Per lui a Barcellona arrivò la terza medaglia su tre presenze. Per Velimir Perasović fu l’esordio olimpico. Partecipò pure ai Giochi di Atlanta dove arrivò solamente un settimo posto. Oro invece ai Mondiali di Buenos Aires del 1990. Registrò però ben tre medaglie europee: oro a Roma nel 1991, nonché bronzo a Stoccarda nel 1993 e ad Atene nel 1995.
Žan Tabak partecipò pure a due Olimpiadi e vinse anche lui la medaglia di bronzo agli Europei di Stoccarda nel 1993. Nel corso della sua carriera questo giocatore spalatino, classe 1970, cambiò numerose società. Viene ricordato pure come il primo cestista croato ad aver giocato nell’NBA americana. Inoltre come membro degli Houston Rockets fu il primo croato e ovviamente il primo dalmata a vincere il Campionato, nel 1995!
A Barcellona gareggiarono pure due leggende della pallacanestro spalatina: Toni Kukoč e Dino Rađa. Per Kukoč fu un argento bis seguito dal settimo posto ad Atlanta. Due medaglie mondiali e quattro medaglie europee ancora nel suo carnet. Venne eletto miglior cestista del mondo nel 1990. Fu il miglior cestista europeo nel 1990, nel 1991, nel 1994, nel 1996 e nel 1998. Fu pure eletto miglior sesto giocatore dell’NBA nel 1996. Con i Chicago Bulls vinse tre titoli, nel 1996, nel 1997 e nel 1998.
Dall’altro lato, Dino Rađa, classe 1967, partecipò pure a tre Olimpiadi come Kukoč. Vinse un bronzo mondiale e due ori, nonché tre bronzi europei. Più modesta fu la sua carriera in terra americana.
Tre gli zaratini presenti a Barcellona: Arijan Komazec, Alen Gregov e Stojko Vranković (quest’ultimo comunque nato a Drniš, nell’entroterra dalmata). Komazec può vantare nel suo carnet la presenza a due Olimpiadi, nonché due medaglie ai Mondiali e tre agli Europei. Inoltre da registrare una breve avventura nell’NBA. Più lunga invece la presenza negli Stati Uniti d’America di Stojko Vranković. Egli aveva esordito ai Giochi olimpici già nel 1988 con un argento. Poi di nuovo una medaglia d’argento a Barcellona e il settimo posto ad Atlanta. Inoltre nel suo palmares troviamo due bronzi mondiali e quattro medaglie europee. Infine Vladan Alanović, il meno famoso di questa generazione. Fu presente pure ad Atlanta. Conquistò tre medaglie di bronzo: una mondiale a Toronto nel 1994 e due europee, a Stoccarda nel 1993 e ad Atene nel 1995.
E non poteva mancare infine l’allenatore dalmata. A guidare questa fantastica nazionale all’argento olimpico fu Petar Skansi, nato a San Martino della Brazza (Sumartin) sull’isola di Brazza (Brač) nel 1943. Skansi iniziò la sua carriera sportiva quale pallanotista nelle file della Jadran. Poi passò alla pallacanestro. Da giocatore con la nazionale della Jugoslavia vinse l’argento in Messico nel 1968. Conquistò il bronzo ai Mondiali del 1967 a Montevideo e l’oro a Lubiana nel 1970. Fu medaglia d’argento agli Europei di Mosca 1965. Nel suo carnet troviamo pure un Campionato e due Coppe della Jugoslavia vinti con la Jugoplastika. Iniziò poi nel 1973 la carriera di allenatore che gli regalò tanti successi nel Campionati e nelle Coppe in Croazia, ma pure in Italia e in Europa. Giovanissimo, già nel 1977 fu chiamato a essere il viceallenatore della nazionale della Jugoslavia, il vice di Aleksandar Nikolić. Così vinse l’oro agli Europei del 1977 e ai Mondiali del 1978. Nikolić lasciò la nazionale nel 1978 e a succedergli fu proprio Skansi che portò la squadra a vincere il bronzo europeo nel 1979. Ritornò in nazionale nel 1992, però con la Croazia e la condusse a vincere lo storico argento olimpico. Rimase alla guida della nazionale fino al 1997: guidò la squadra pure alle Olimpiadi del 1996 e agli Europei del 1997.
Tennis, doppio bronzo
Quelle di Barcellona furono decisamente le Olimpiadi di Goran Ivanišević, nato a Spalato il 13 settembre 1971. Cominciò a giocare a tennis grazie a suo padre. Nel 1988 divenne professionista. Vinse in totale 22 tornei dell’ATP, imponendosi in 599 incontri. Nella classifica ATP raggiunse il secondo posto il 4 luglio 1994. Ottimo pure nel doppio nel quale vinse 9 tornei e 263 incontri. Il miglior piazzamento fu il 20.esimo posto il 6 gennaio 1992.
Goran Ivanišević partecipò a quattro Olimpiadi. Esordì a Seoul, dove uscì subito al primo turno nel singolo, mentre nel doppio arrivò ai quarti di finale. Però all’epoca era ancora troppo giovane e con scarsa esperienza. Al contrario a Barcellona arrivò con grandi ambizioni. E per di più il Comitato olimpico nazionale gli concesse l’onore di fare da portabandiera alla cerimonia di apertura. Fu il numero quattro del singolo. Per lui fu una vera fatica arrivare in finale. Al primo turno sconfisse dopo una maratona di 5 set il portoghese Mota. Nel secondo turno, di nuovo al quinto set, a cadere fu l’olandese Haarhuis. Nel terzo turno, daccapo al quinto set, riuscì a battere lo svizzero Hlasek. Arrivò così ai quarti di finale, con la medaglia già quasi a portata di mano. L’avversario fu il francese Fabrice Santoro. La partita finì al quinto set dopo che Ivanišević aveva perso i primi due per 6-7. Poi arrivò la grande rimonta, 6-4, 6-4 e alla fine 8-6. Lo spalatino si piazzò così in semifinale dove si trovò ad affrontare una delle rivelazioni del torneo, lo svizzero Marc Rosset. Fu un incontro a senso unico, perso per 0-3 (3-6, 5-7 e 2-6). La finale per il terzo posto non ci fu e così per Ivanišević arrivò la prima medaglia olimpica.
La seconda medaglia arrivò nel doppio con Goran Prpić. Nel primo turno i due tennisti prevalsero contro gli olandesi Haarhius e Koevermans in quattro set (3-1). Nel secondo turno fu tutto più semplice contro gli indonesiani Suharyadi e Wiryawan battuti per 7-5, 6-2 e 6-2. Nei quarti a cadere furono gli indiani Krishnan e Paes sconfitti in quattro set 7-6, 5-7, 6-4 e 6-3. Si arrivò così alle semifinali contro i sudafricani Wayne Ferreira e Piet Norval. Fu una partita ostica e con continui colpi di scena. Fu decisa soltanto al quinto set (6-7, 6-3, 3-6, 6-2 e 2-6). Visto che il torneo non prevedeva la tenzone per il terzo posto, fu medaglia di bronzo!
Per Ivanišević seguirono altre due Olimpiadi, ma con risultati modesti. L’apice della carriera fu la finale persa a Wimbledon nel 2001, dove arrivò con la wildcard. Nel 1994 fu il numero due al mondo nella classifica ATP e nel 2005 con la Croazia vinse la Coppa Davis.
Piazzamenti modesti
Negli altri sport a Barcellona furono modesti i piazzamenti dei dalmati. Nella vela da registrare la presenza dello spalatino Karlo Kuret, classe 1970, da sempre membro del club Labud del capoluogo dalmata. Kuret partecipò a ben quattro Olimpiadi. L’esordio fu proprio a Barcellona nella classe finn, dove alla fine si piazzò al 22.esimo posto. Nelle Olimpiadi successive arrivarono risultati un po’ migliori. Nel 1996 ad Atlanta finì al 19.esimo posto, mentre a Sydney si piazzò decimo. Infine ad Atene nel 2004 sfiorò la medaglia: dovette però accontentarsi del quarto posto. Per il resto due importanti medaglie ai Campionati europei. Nel 2000 a Mallorca vinse l’argento e nel 2002 in Turchia a Cesme arrivò terzo e conquistò la medaglia di bronzo. Fu il primo velista croato a essere il numero uno nelle classifiche dell’ISAF nella classe finn e per ben 10 anni rimase nella top 10.
Nel canottaggio da registrare la presenza dello spalatino Sead Marušić. Per il membro della squadra del Gusar dopo il sesto posto di Seoul a Barcellona arrivò il settimo posto nel quattro con.
Ai Giochi olimpici in terra di Spagna partecipò pure Marko Perinović. Nato a Zara nel 1970, si piazzò al decimo posto nel due senza. In seguito, nel 1993, vinse la medaglia di bronzo ai Giochi del Mediterraneo di Languedoc–Roussilon.
Nell’atletica leggera troviamo Ivan Mustapić. Nato a Posušje, in Erzegovina, nel 1966, gareggiò con i colori croati. La sua disciplina fu il lancio del giavellotto. A Barcellona si piazzò al 17.esimo posto. La prima medaglia fu un argento ai Giochi del Mediterraneo di Latakia nel 1987. Poi nel 1993 vinse l’oro ai Giochi del Mediterraneo di Languedoc–Roussilon. Tuttora detiene il record nazionale di categoria con 82,70 metri.
A Barcellona, a difendere però i colori della Bosnia Erzegovina, fu Dragan Mustapić, nato a Imotski, nell’entroterra dalmata, nel 1963. In queste Olimpiadi uscì già nelle qualificazioni. Poi partecipò ad altre tre edizioni dei Giochi olimpici con i colori della Croazia e si piazzò al 27.esimo posto nel 1996 e poi due volte al 34.esimo posto, nel 2000 e nel 2004. La sua disciplina fu il lancio del disco: fu il primo cittadino croato a lanciarlo oltre i 60 metri.
Da ricordare pure il pallanotista Roman Polačik, che gareggiò con la sua nazionale, la Cecoslovacchia. Conseguì risultati modesti a livello di nazionale, però giocò per anni in Croazia e a Spalato. E proprio con il POŠK vinse pure la Coppa dei Campioni nel 1999. Militò anche nelle file dello Šibenik.
(12 e continua )
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Pubblicato sull'inserto Inpiù Dalmazia del La voce del popolo il 4 settembre 2021.