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Nel 1991 la FIBA compilò l’elenco dei 50 migliori giocatori di basket della storia. Nella lista figurava pure il nome di Petar Skansi, uno dei più grandi nomi della pallacanestro europea, che il 23 novembre avrebbe festeggiato il 79º compleanno. Il protagonista di questo nostro servizio con il quale abbiamo voluto rendere un modesto omaggio alla sua memoria, purtroppo è morto la scorsa primavera, il 4 aprile a Lubiana, città nella quale viveva stabilmente dal 1984, facendo regolarmente la spola con Laurana, dove amava trascorrere il tempo ammirando il Golfo del Quarnero dal giardino della casa che si era costruito a ridosso del mare. Sposato con Damira, ha avuto due figli Luka, laureato in architettura a Venezia, e Jana. È stato uno dei più grandi giocatori e dei più scaltri allenatori di basket che la Croazia abbia mai avuto. Nella sua carriera di giocatore e allenatore Skansi ha vinto praticamente tutti i titoli e trofei che nella pallacanestro si può ambire a conquistare.

Le radici
Nacque a Sumartin (San Martino), sull’isola di Brazza (Brač) il 23 novembre del 1943, dall’unione di Petar (capitano di lungo corso) e Marija (insegnante). Seguendo le orme del padre, Skansi frequentò a Spalato la Scuola media superiore di marineria. Ottenuto il diploma di maturità proseguì gli studi alla Facoltà d’ingegneria meccanica di Zagabria. Non tutti sanno che quando da ragazzo iniziò a praticare sport, la sua prima scelta non fu la pallacanestro, bensì la pallanuoto. Ben prestò, però, alla palla gialla preferì quella arancione, abbandonando le piscine della Jadran per i parquet della Jugoplastika. Società, quest’ultima, per la quale, dopo aver militato nelle giovanili, venne reclutato dalla prima squadra, con la quale disputò il Campionato di Prima lega jugoslava dal 1964 al 1972. Nel 1971 il suo talento gli valse l’inserimento nella FIBA European Selection. Nel 1972 fu il miglior marcatore delle finali di EuroLeague. Nella stagione 1972/73 si trasferì all’estero, più correttamente in Italia, per giocare la Serie A di pallacanestro con i colori della Maxmobili di Pesaro. Finita l’esperienza nella rosa marchigiana Skansi tornò a Spalato, dove nel 1976 concluse la sua carriera agonistica indossando nuovamente la canottiera della Jugoplastika.

Allenatore-giocatore
La sua carriera di giocatore, sebbene ricca di soddisfazioni, non è stata coronata da tantissimi trofei vinti a livello di club. Viceversa, il palmares conquistato con la selezione jugoslava (e poi nei panni di allenatore) è veramente suggestivo. Ha conquistato l’argento all’EuroBasket del 1965, ai Campionati Mondiali FIBA del 1967 ospitati in Uruguay a Montevideo e alle Olimpiadi estive di Città del Messico del 1968. Nel 1970 per Skansi e i suoi compagni giunse, finalmente, il momento di salire sul gradino più alto del podio. Vinsero l’oro al Mondiale FIBA disputatosi quell’anno a Lubiana; un trionfo, questo, che gli valse pure il titolo di miglior atleta croato dell’anno. Vinse anche la medaglia d’oro ai Giochi del Mediterraneo del 1967.
Skansi fu anche un allenatore di successo. Iniziò a cimentarsi in questo ruolo nella stagione 1973/74. Continuò a rivestire il doppio ruolo di allenatore–giocatore della Jugoplastika fino al 1976, l’anno del suo ritiro dai parquet. Nella sua prima stagione da allenatore-giocatore, Skansi guidò la Jugoplastika fino alle semifinali della Coppa Korać 1973/74, quando gli spalatini furono eliminati dal Partizan (sconfitta 97-108 a Belgrado e vittoria 85-75 a Spalato). Sempre nella stessa stagione vinse la Coppa nazionale battendo in finale (92-85) un’altra squadra belgradese, la Stella Rossa. Lo stesso anno la Jugoplastika concluse il campionato jugoslavo al secondo posto.
Nella stagione 1974/75, sempre come allenatore-giocatore della Jugoplastika, guidò la sua squadra nelle semifinali della Coppa delle Coppe dove fu eliminata dai campioni in carica della Stella Rossa (vittoria 88-76 a Spalato e 63-81 sconfitta a Belgrado). Nelle competizioni nazionali la Jugoplastika raggiunse la finale della Coppa, perdendo sempre dalla Stella Rossa, mentre concluse nuovamente il Campionato al secondo posto, alle spalle della squadra di Zara. Nella stagione 1975/76, l’ultima da giocatore-allenatore, Skansi vinse il suo primo trofeo europeo, la Coppa Korać, in una doppia finale contro la Chinamartini Torino. Nel campionato nazionale gli spalatini dovettero accontentarsi per la terza volta consecutiva della seconda piazza.

La partenza per l’Italia
L’anno successivo (1976/77) Skansi si ritirò da giocatore e continuò la sua carriera nella città di Spalato come capo allenatore del club dalmata. Quella fu, forse la sua stagione di maggior successo nella veste di allenatore. La Jugoplastika si aggiudicò la Coppa Korać (contro l’Alco Bologna), la Coppa Jugoslavia (contro il Quarnero/Kvarner di Fiume) e il campionato nazionale. Nella stagione 1977/78 guidò la Jugoplastika fino al 5º posto nella fase a giorni delle semifinali della Coppa dei Campioni, con un bilancio di cinque vittore e altrettante sconfitte. A fine stagione lasciò Spalato e proseguì la carriera all’interno della nazionale jugoslava. Nell’estate del 1981 tornò a Pesaro, accettando l’offerta della Victoria Libertas (Scavolini), un club ambizioso e finanziariamente stabile grazie al sostegno dall’imprenditore Valter Scavolini. Alla ricerca del successo nel campionato nazionale nell’estate 1981 la Scavolini oltre a Skansi ingaggiò pure Dragan Kićanović (all’epoca ventottenne), pescandolo al Partizan di Belgrado e che l’allenatore dalmata conosceva bene. Inoltre nella rosa della squadra italiana Skansi poteva fare affidamento su Walter Magnifico, Mike Sylvester e Giuseppe Ponzoni. Per sua stessa ammissione l’ingaggio ottenuto a Pesaro era stato influenzato dagli ottimi risultati ottenuti negli anni ‘70 in Italia e ad Aleksandar Nikolić.
Nella sua prima stagione (1981/82), in un campionato italiano disputato da quattordici club, la Scavolini concluse la fase regolare in testa alla classifica, con uno score di 25 vittorie a fronte di sette sconfitte. Un risultato che permise alla squadra allenata da Skansi di qualificarsi direttamente ai quarti di finale La Scavolini conquistò l’accesso alle semifinali battendo nettamente la Fabriano per 2-0 al meglio delle tre partite. In semifinale la Scavolini affrontò la Sinudyne Bologna, con la squadra guidata dall’allenatore dalmata che si impose nella matta (disputata a Pesaro) per 88 a 87. In finale i pesaresi si trovarono di fronte la Billy Milano di Dan Peterson, rivelatasi un osso troppo duro per i marchigiani, sconfitti prima in casa per 89 a 86 e poi in trasferta per 73 a 72.

Le ambizioni della Scavolini
In vista della stagione 1982-83, su insistenza di Skansi, la dirigenza della Scavolini Pesaro ingaggiò Željko Jerkov (all’epoca aveva 28 anni), che l’allenatore conosceva molto bene dai tempi della Jugoplastika. L’obiettivo di vincere il campionato era ora ancora più pressante rispetto all’anno precedente. Il campionato italiano s’allargò a 16 squadre e la Scavolini concluse la stagione regolare con uno score di 21 vittorie e nove sconfitte, piazzandosi al terzo posto in classifica, gareggiando contemporaneamente nella Coppa delle Coppe FIBA (vincendola nel marzo 1983 a Palma di Maiorca contro l’ASVEL). I playoff iniziarono contro la sesta testa di serie, l’Auxilium Torino, battuto per 2 a 1. In semifinale i pesaresi affrontarono i campioni in carica della Billy Milano, rivelatasi nuovamente un avversario troppo forte. Kićanović e Jerkov vennero ceduti prima dell’inizio del Campionato 1983/84, mentre Skansi venne esonerato dopo aver guidato la squadra soltanto nella partita d’esordio del nuovo campionato.

Le vittorie con la Benetton
Skansi proseguì la sua avventura italiana sulle panchine dell’Honky Fabriano, dell’Hitachi Venezia e della Phonola Roma, prima d’approdare nel 1990 a Treviso nelle file della Benetton. E proprio con la compagine veneta, alla fine della stagione 1991/92 a Skansi riuscì l’impresa di conquistare il Campionato italiano. La stagione successiva, la Benetton raggiunse le Final Four della European League che si svolsero al Peace and Friendship Stadium di Atene. La squadra allenata da Skansi, perse, inaspettatamente, contro il Limoges per 55–59. In Italia ha allenato pure la Fortitudo di Bologna (dal 1997 al 1999). Ha allenato anche in Grecia, guidando dalla panchina il PAOK di Thessaloniki, in Croazia il KK Split di Spalato (nel 2003 Skansi condusse l’erede della Jugoplastika a conquistare il suo ultimo titolo nazionale) e in Slovenia il Krka di Novo Mesto.

Le nazionali
Nel 1977, dopo aver allenato la Jugoplastika per una stagione e mezzo, il trentatreenne Skansi fu scelto da Aleksandar Nikolić come suo vice per l’EuroBasket. La nazionale jugoslava vinse l’oro dominando gli avversari. L’estate successiva Skansi mantenne il ruolo di viceallenatore della selezione, diretta ancora da Nikolić, che si aggiudicò il secondo titolo iridato consecutivo. Nikolić decise che quello fosse il momento giusto per cedere il testimone al suo pupillo. Agli Europei disputatisi a Torino nel 1979 la nazionale Jugoslava allenata da Skansi venne battuta in semifinale dalla selezione israeliana. Nella finale per il terzo posto la Jugoslavia conquistò la medaglia di bronzo, battendo la Cecoslovacchia.

La finale di Barcellona
Dopo l’indipendenza della Croazia nel 1991, assunse immediatamente le redini della selezione croata, guidandola ai Giochi Olimpici estivi del 1992. A Barcellona la nazionale croata guidata da Dražen Petrović e Toni Kukuč, scrisse una delle pagine più epiche della storia sportiva croata, conquistando la finale (persa) contro il Dream team originale, quello di Michael Jordan e Magic Johnson. Per i suoi successi nel basket, è stato insignito del Franjo Bučar State Award for Sport due volte, nel 1992 e nel 2003. Per un breve periodo Skansi fu attivo anche nella politica. Dal gennaio del 2012 al giugno del 2014 fu viceministro della Scienza, dell’Educazione e dello Sport (alla guida del Dicastero c’era Željko Jovanović di Fiume), nell’Esecutivo guidato all’epoca da Zoran Milanović, l’odierno Presidente della Repubblica di Croazia.

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Pubblicato sull'inserto Inpiù Dalmazia del La voce del popolo il 19 novembre 2022.

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