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Ci sono regioni e città che rimangono molto spesso del tutto sconosciute ai più, inesplorate e fuori dai consueti itinerari turistici. Chi va in Slovenia di solito visita i grandi centri come Lubiana e Maribor, oppure le località turistiche – i laghi di Bled e Bohinj, oppure la costa da Capodistria a Pirano – o magari le principali attrazioni naturali, in primis le grotte di Postumia e le tantissime montagne anche meno impegnative del maestoso Monte Tricorno (Triglav), valli fascinose come quella di Logar (Logarska dolina) nascosta tra le alte vette delle Alpi, al confine con l’Austria.


Insomma, posti speciali, tutti da scoprire. Uno di questi è la regione storica della Bassa Carniola o Dolenjska, immensa nel verde, con tanti prati, boschi, corsi d’acqua e piccoli paesini, che si sviluppano tra la conca di Lubiana e il fiume Sava, a pochi chilometri dal confine croato, nella zona sudorientale del Paese. Qualcuno l’ha paragonata a un paradiso per i suoi incantevoli panorami: dolci colline che ospitano piccoli vigneti, pittoreschi campanili su ogni cima e il fiume Krka, che solca la terra creando piccole isole, offrendo molteplici attrattive dal punto di vista naturalistico, ma anche un ricco patrimonio storico-culturale, con castelli, chiese, musei, monumenti e quant’altro…
Il più grande centro abitato è Novo Mesto, poco più di 23mila abitanti. Il nome, tradotto in italiano recita letteralmente “nuova città”, potrebbe trarre in inganno perché qui sono stati rinvenuti numerosi reperti archeologici che testimoniano la presenza di civiltà già a partire dall’VIII secolo a.C., ma anche prima, fin dall’età della pietra. Infatti, ci troviamo di fronte a uno dei più importanti siti archeologici della cultura di Hallstatt – cultura dell’Europa centrale risalente all’età del bronzo e agli inizi dell’età del ferro, che prende il nome dalla cittadina di Hallstatt, nei pressi di Salisburgo – ed è stata soprannominata “Città delle situle” per le numerose situle trovate nella zona. La situla è un vaso potorio metallico diffuso proprio nell’età del ferro, utilizzato spesso come secchio per attingere acqua dai pozzi, ma anche come contenitore di acqua o sangue in ambito religioso oppure come vaso per libagioni contenente, oltre all’acqua, vino o latte.
Le origini del borgo sono legate all’arciduca asburgico Rodolfo IV d’Austria, che il 7 aprile 1365 conferì i diritti di città all’insediamento con il nome di Rudolfswerth. Gli Asburgo d’Austria ricevettero la Marca Carniola da Luigi IV, imperatore del Sacro Romano Impero, re d’Italia e duca di Baviera, nel 1335 e nel 1364 Rodolfo si proclamò duca di Carniola. In seguito sarà in uso anche il nome tedesco parallelo di Neustadtl (attestato come Newestat nel 1365), probabilmente una traduzione del nome sloveno Noua Mesta. Dal 1865 al 1918 la città fu ufficialmente chiamata Rudolfovo in sloveno.
Durante la Seconda guerra mondiale fu sotto il controllo dell’Italia fascista come parte della Provincia di Lubiana, fino alla caduta di Mussolini nel 1943. Fu poi occupata dalla Germania nazista fino alla fine della guerra. Nel 1958, le autorità jugoslave fecero costruire un’autostrada che collegava la capitale slovena Lubiana e Zagabria in Croazia, facendola passare proprio per Novo Mesto. L’autostrada A2 fa oggi parte dell’itinerario europeo E70. Con la sua costruzione, Novo Mesto divenne molto meglio collegata al resto della Slovenia e della Jugoslavia e iniziò a crescere come centro regionale.
Novo Mesto ha sempre rappresentato uno dei principali poli commerciali che si snodavano lungo le più importanti arterie commerciali dell’epoca. Un tempo vi passava la Via dell’ambra, che collegava il Mar Baltico con il Mediterraneo. Nota per la sua industria, qui ha sede una grossa società che opera nel campo dello sviluppo, produzione, commercializzazione e vendita di farmaci, oltre che fornire servizi del turismo medico. Si tratta della Krka, fondata nel 1954 come un laboratorio farmacologico, oggi cresciuta anche a livello internazionale – l’attività di produzione avviene in Slovenia, Polonia, Russia, Croazia e Germania e altri Paesi –, pur restando sempre legata al territorio. Ultimamente Novo Mesto si sta sempre di più orientando anche verso il turismo.
Il fiume Krka divide la città in due parti: a sud si trova la zona nuova, mentre quella settentrionale è di antica data. L’architettura ricorda l’Austria, ma anche la storia più recente del periodo comunista, con ciò che alcuni edifici rimangono di epoca medievale. Prima di addentrarci nella parte vecchia della città, ci fermiamo davanti al monumento dedicato a uno dei cittadini illustri di Novo Mesto, il ginnasta Leon Štukelj. Campione olimpionico, conquistò due medaglie d’oro alle Olimpiadi di Parigi 1924, poi un altro oro e due bronzi ad Amsterdam nel 1928 e infine un argento a Berlino 1936. Inoltre, tra il 1922 e il 1930 vinse ben cinque medaglie d’oro, una d’argento e due di bronzo, ai Campionati mondiali. Il monumento colpisce per la sua forma insolita e l’originalità: la statua lo mostra intento a compiere un esercizio agli anelli.
Uno dei luoghi in cui sostare è il ponte di Kandija, il più vecchio ponte sulla Krka, uno dei più rari e antichi del suo genere in Slovenia che nel 1992 è stato dichiarato monumento culturale di importanza locale: chiamato come l’omonimo insediamento sulla riva destra del fiume (collegandolo appunto a Novo Mesto). Ha più di un secolo ed è stato fatto di ferro per sostituire quello vecchio di legno. È datato 1898, costruito a poche decine di metri dal sito di un ponte di legno più antico, del 1600, che fu demolito un anno dopo l’apertura della struttura in ferro rivettato. È lungo 75 metri e attraversandolo ci rendiamo contro di quanto grande sia la Krka da queste parti. Nonostante la grave siccità degli ultimi mesi, il livello dell’acqua è infatti notevole.
Il vero cuore della città è la sua piazza, non tanto grande, dalla forma allungata, fiancheggiata da case con portico. Sul lato est spicca il municipio neogotico, mentre sul resto della piazza si affacciano alcuni locali molto frequentati e numerosi negozi. Vi si trovano pure diversi monumenti, tra cui quelli dedicati all’ultimo conflitto mondiale, quello in omaggio allo scrittore Janez Trdina, il plastico che raffigura Novo Mesto in piccolo e la fontana dedicata al poeta Dragotin Kette (1876–1899) – insieme a Josip Murn, Ivan Cankar e Oton Župančič considerato il fondatore del modernismo nella letteratura slovena – recante i versi di una sua poesia.
Salendo verso una delle sette colline di Novo Mesto – un percorso abbordabile per tutti –, subito all’inizio si trova il palazzetto dello sport. Si cammina lungo un viale molto curato, che consente di ammirare lo splendido panorama che circonda Novo Mesto e ci si rende pienamente conto dal tanto verde nella sua periferia. Colpisce lo zigzagare della Krka. La discesa è veloce e ci porta al ponte pedonale che collega la zona vecchia con Ragov Log, una delle altre colline e zone verdi delle città. Area forestale tranquilla, indicata anche per attività sportive e ricreative, è situata sul lato destro del fiume Krka. Inizia dopo il ponte di Kandija e termina presso l’insediamento di Ragovo.
Torniamo in pieno centro e ci dirigiamo verso un’altra collina, quella sulla quale sorge la cattedrale di San Nicola. Risalente al XV secolo, si distingue per una combinazione di architettura gotica e barocca e un asse longitudinale spezzato, dal momento che il presbiterio è superiore alla navata. La chiesa originaria fu menzionata per la prima volta nel 1428. Nel 1493, quando venne stabilito il capitolo, fu avviata una ricostruzione dell’edificio, durata fino al 1623. Nel 1576 la chiesa venne danneggiata da un incendio e la sua ristrutturazione fu finanziata dal prevosto Polidoro de Montagnana, il quale ordinò la costruzione di un nuovo altare maggiore e l’acquisto del dipinto a olio “La visione di San Nicola” (1582) di Tintoretto.
Usciamo dalla chiesa e scendiamo di nuovo. Passiamo accanto al centro universitario e arriviamo proprio in riva al fiume Krka. Qui si trova la zattera di Rudolf, pensata principalmente in funzione turistica, per consentire una gita lungo il fiume, sotto quattro ponti, passando il castello Kamen e Novi dvor. Si può arrivare fino al Ragov Log e al ponte di legno, ma anche godersi un pranzo. Vi saranno serviti uno spuntino della Dolenjska, da accompagnare con lo cviček, un tipo speciale di vino rosso brillante della Bassa Carnia, dal sapore aspro, classificato come vino a denominazione di origine protetta con indicazione geografica tipica.
Non è da meno il circondario di Novo Mesto. Da una parte ci si può dirigere, verso ovest, fino allo Žužemberk. Si affianca il fiume passando per diversi piccoli e vecchi paesini, come Jurka Vas, Vavta Vas e altri, tutto lungo una dolce pianura. Dall’altra parte, verso Metlika, uscendo dalla città si arriva a un’originale rotatoria: al suo centro c’è una grande botte. Non è lì per caso. Infatti ci ricorda come tutta questa zona è ricca di vitigni, in primis il vino locale, lo cviček. Poco più avanti sorge il paesino di Otočec ob Krki, caratterizzato da un castello da fiaba, posizionato su una piccola isola nel bel mezzo della Krka – questa è una delle sue particolarità –, collegata da due ponti.
La reggia conserva i suoi originali tratti gotici e rinascimentali. Il castello viene menzionato nel 1252. Per secoli costituì una fortezza strategica e nel contempo anche dimora sicura, confortevole ed eccelsa di numerose famiglie aristocratiche. Il castello fu ristrutturato alla fine del 1400 con impianto gotico e due secoli dopo trasformato in splendida residenza rinascimentale, per essere infine ristrutturato nel 1800 in stile romanico con pianta ad U, attorno al cortile interno, l’avanzato corpo di guardia e le mura quadrangolari dotate di torrette ai vertici e strette feritoie. Il suo salone, ora ristorante, ospita splendidi affreschi rinascimentali con scene di caccia.
Oggi ospita uno degli hotel più lussuosi del Paese, inserito tra i Relais & Châteaux della Slovenia e fa inoltre parte della Châine de Rôtisseurs, l’associazione internazionale gastronomica che fa incontrare gli amanti dell’alta cucina, del vino e in generale del piacere della tavola. Ormai da decenni attira turisti. Alcuni vengono soltanto per visitare il suo interno, altri ci dormono pure. I più passeggiano nel parco e ammirano la flora e la fauna. A fungere da attrazione ci sono pure dei cigni maestosi.
Otočec è l’ideale punto di partenza per intraprendere gite che porteranno a scoprire i vicini vigneti e le bontà caserecce. Occorre fare qualche chilometro in più per raggiungere l’antico monastero certosino di Pleterje, l’unico di tale ordine tuttora esistente in Slovenia. Sorta nel 1407, la certosa è racchiusa da mura che dovevano proteggerla dalle incursioni dei Turchi. Qui i monaci producono, tra l’altro, un’ottima acquavite di pere Williams. A pochi chilometri da Otočec sorge la suggestiva località di Kostanjevica, la più piccola e antica città della Slovenia, del 1091, anch’essa su un’isola del fiume Krka, dichiarata in toto monumento nazionale.

I figli illustri
A Novo Mesto sono legati diversi illustri personaggi. Oltre al già nominato Leon Štukelj (1898-1999), il borgo ha dato i natali anche a Georg von Slatkonia o, in sloveno, Jurij Slatkonja, o, ancora a Crisippo Giorgio II ((1456-1522), vescovo cattolico che fu in missione a Pedena e poi a Vienna (1513-1522), il primo a risiedere stabilmente nella capitale austriaca dalla fondazione della diocesi nel 1469. Grande amante della musica, pose le basi del coro infantile dei Wiener Sängerknaben (I piccoli cantori di Vienna), fondato per decreto da Massimiliano I d’Asburgo nel 1498.
In ambito letterario, si ricorderanno lo scrittore e storico Janez Trdina (1830-1905) – che qui si è spento – e i poeti Dragotin Kette (1876-1899) e Anton Podbevšek (1898-1981). Di Novo Mesto è pure il pittore e artista grafico Božidar Jakac (1899-1989), che ha prodotto una delle più vaste opere di pastelli e dipinti a olio, disegni e, soprattutto, stampe, dando un contributo importante nel campo dell’educazione alle arti visive in Slovenia. Da non dimenticare il naturalista e geografo Ferdinand Seidl (1856-1942), autore di una delle prime opere di geografia slovena, agli inizi del Novecento. Infine, qui è nata pure Melanija Knavs in Trump, ex first lady degli Stati Uniti d’America.

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Pubblicato su Panorama il 15 settembre 2022.

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