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Il mondo dello sport è molto competitivo e per conseguire grandi risultati servono parecchi anni. Le società, non importa se specializzate negli sport individuali o in quelli a squadra, ci mettono anni per emergere e farsi notare a livello nazionale. Figuriamoci a quello internazionale.
Però certe storie emergono e sono fuori dagli schemi. Una di queste è la storia del taekwondo club di Spalato, il Marjan. Una società, poco più che “maggiorenne”, ma ben nota a livello internazionale. Una società con tanti campioni mondiali, europei e con una serie di medaglie olimpiche. E i titoli nazionali si sprecano. Questa è la sua storia e quella delle sue campionesse e dei suoi campioni.

Coraggio da vendere
Le sorelle Zaninović hanno fatto la storia non solo del Marjan, ma pure del taekwondo nazionale e internazionale. Furono le prime a farsi valere fuori dei confini nazionali e a fare incetta di medaglie in tutte le più forti manifestazioni. Nate a Spalato il 26 giugno 1987, Lucija e Ana Zaninović avevano lo sport nel sangue fin da piccole. Si cimentarono nel nuoto, nella pallavolo, nella pallanuoto, nell’atletica, nella pallamano... In tutti gli sport gli allenatori le implorarono di restare tanto erano brave. Ma stavano cercando qualcos’altro. Volevano qualcosa di più e nel 2000 scoprirono cos’era quel di più. Videro l’esibizione di Nataša Vezmar ai Giochi Olimpici di Sydney. In quell’occasione l’atleta di Bjelovar sfiorò la medaglia. Dovette accontentarsi dell’infausto quarto posto. E nel corso della sua carriera vinse tre ori europei. Marko Kozić, uno dei primi allenatori del club Marjan Taekwondo, fu colui che le indirizzò a questo sport. Ana fu subito attratta dal mondo del taekwondo, mentre Lucia dopo pochi allenamenti abbandono questo sport. Ma quando Ana iniziò a tornare dalle competizioni con le medaglie, Lucija si incuriosì. Kozić le allenò per circa un anno e mezzo, fino a quando Tomas le rilevò e iniziò a lavorare con loro individualmente.
Fin da subito dimostrarono tanto coraggio. Certo, andarono incontro a svariati infortuni e fallimenti, subirono decisioni arbitrali ingiuste, ma ogni volta tornarono a galla sempre più forti. Decisero di allenarsi sempre di più, fino al limite delle loro capacità.
La loro storia per fortuna o necessità ben presto si divise. Infatti, nel corso della loro carriera gareggiarono in categorie diverse. Lucija rimase fedelissima a quella fino ai 49 kg, mentre Ana spaziò da quella fino ai 51kg a quella fino ai 57kg. Ma una cosa rimase costante: le medaglie conquistate praticamente a ogni competizione nazionale e internazionale.
Difficile fare una reale differenza tra le due sorelle su chi ha dato di più in questo sport e per il Marjan. L’unica vera differenza sono le Olimpiadi. Infatti soltanto Lucija vinse una medaglia, quella di bronzo alle Olimpiadi di Londra del 2012. Non fu un risultato casuale. Infatti, sia nel 2010 a San Pietroburgo (Russia) che a Manchester (Inghilterra) nel 2012, si laureò campionessa europea.
Andando a ritroso nel tempo, la prima medaglia importante arrivò alla Coppa del mondo di Bangkok nel 2006, un bronzo. Fu seconda alle qualificazioni olimpiche a Baku nel 2011 e vincitrice nei tornei A nel 2008 a Innsbruck, nel 2010 ad Eindhoven e Parigi e nel 2012 a Liegi. E inoltre, conquistò diverse altre medaglie in svariati tornei internazionali in Europa.
Vincere una medaglia ai Giochi Olimpici è il sogno di ogni atleta e non è davvero facile, anche se l’intera comunità sportiva croata sapeva che Lucija era una potenziale vincitrice. Iniziò il torneo olimpico negli ottavi di finale vincendo per 1-0 contro Catherine Kang. Nei quarti affrontò Carola Malvina Lopey Rodriguez. Fu un inizio stentato per poi stravincere per 13-4. Arrivò così la semifinale contro la cinese Jingyu Wu, una delle favorite. E il risultato fu netto. Sconfitta per 19-7. Rimase il ripescaggio ossia la finale per il bronzo. Avversaria la messicana Jannet Alegria Pena. La partita fu un autentico thriller, in cui la messicana partì con il piede giusto e si portò in vantaggio per 4-1. Nel secondo turno Lucija pareggiò colpendo in testa l’avversaria. Poi iniziò alla grande l’ultimo round, segnando un punto. E cercò di mantenere il vantaggio. Ci riuscì fino a 28 secondi alla fine, quando Alegria Pena colpì Lucija con la mano. Così si dovette combattere fino al punto d’oro. Pura roulette.
Anche qui Lucija fu aggressiva, cercò di risolvere tutto subito con l’ultimo colpo al corpo, ma il colpo non fu abbastanza forte perché i sensori lo potessero riconoscere. Ma arrivò poi quello dopo il minuto e venti, il colpo al corpo con cui Lucija vinse il bronzo olimpico. Fu il suo giorno più importante.
Poi nel 2013 si svolsero i Mondiali di Puebla in Messico. E fu di nuovo un bronzo. Seguirono gli Europei di Baku in Azerbaigian, dove vince ben due ori. Infatti s’impose nella proprio categoria e poi vinse pure l’oro a squadre grazie ai grandi successi conseguiti pure dalle altre atlete croate. Due i bronzi nel 2015. Il primo a Nalčik, in Russia, ai Campionati europei e poi il secondo a Baku ai Giochi europei. Infine nel 2016 a Montreux in Svizzera, vinse la sua ultima medaglia europea, ancora una volta un bronzo.
Arrivò carica alle Olimpiadi di Rio de Janeiro sperando in un bis. Stravinse per 18-7 l’incontro degli ottavi di finale contro Ainur Yesbergemova. Nei quarti dovette affrontare la francese Yasmina Aziez, un’atleta battuta già diverse volte. Fu un incontro molto aperto, però alla fine arrivò un sconfitta di misura per 4-3. Infine da rilevare altre due medaglie. Nel 2015 partecipò alle Universiadi di Gwangju dove vinse l’argento e nello stesso anno prese parte pure ai Giochi militari dove conquistò l’oro (nella categoria fino ai 53kg).
Nel 2011, Lucija Zaninović ricevette il Franjo Bučar State Sports Award, mentre nel 2012 il Presidente croato Ivo Josipović le conferì un’alta onorificenza nazionale.

Una carriera di tutto rispetto
Non fu da meno la sorella Ana. Anche se partecipò a due Olimpiadi comunque non vinse medaglie. Iniziò però a farsi valere a livello internazionale già quale juniores. Infatti vinse un bronzo nel 2004 a Bonn ai Germania Open. Passò poi tra le seniores e di nuovo si mise in luce a Bonn nel 2005 ai Germania Open dove conquistò il suo primo oro. Poi nel corso degli anni fecero seguito tante medaglie agli Open di Germania, Austria, Francia, Olanda, Belgio... Nel 2007 arrivò il primo alloro importante. Infatti ai Campionati mondiali di Pechino, conquistò la medaglia d’argento nella classe dei pesi mosca femminili, ossia fino ai 51kg. Il suo primo Europeo fu quello di San Pietroburgo. Però fu una cocente delusione visto che uscì sconfitta subito agli ottavi di finale dove perse ben 21-12 contro l’inglese Jade Jones.
Seguì poi l’oro ai Campionati mondiali del 2011 a Gyeongju. Poi arrivò il torneo di qualificazione per le Olimpiadi a Baku nella categoria fino ai 57kg. Superò tutte le avversarie in scioltezza fino alla semifinale dove perse di misura, 6-5, contro la cinese Yuzhua. Però dopo vinse la finale per il terzo posto contro la giapponese Mayu Hamada per 1-0 e si qualificò alle Olimpiadi.
L’anno olimpico 2012 si aprì con gli Europei di Manchester, dove Ana conquistò la medaglia d’argento dopo aver perso la finale contro Hatice Kübra Yangın. Arrivarono così le Olimpiadi estive del 2012. Sorteggio ostico e subito agli ottavi dovette affrontare la giapponese Mayu Hamada, scofitta nelle qualificazioni di Baku. Qui, però, uscì sconfitta. Perse 14-11.
Nel 2013 partecipò ai Mondiali di Puebla dove arrivò senza problemi alla finalissima. Qui dovette affrontare la coreana Yu-Jin Kim e alla fine perse di misura 1-0. Inoltre a Puebla vinse la medaglie per il fair play. Agli Europei di Baku nel 2014 doppio oro. S’impose nella sua categoria fino ai 53kg e a questo successo si aggiunse l’oro a squadre. Due le medaglie nel 2015. Tutto ebbe inizio con i Campionati mondiali di Chelyabinsk dove arrivò senza problemi alla semifinale. Qui però dovette arrendersi contro Yun-Wen Huang. Fu sconfitta 12-4 e costretta ad accontentarsi della medaglia di bronzo. Poi comunque vinse un argento ai Giochi europei di Baku.
Il 2016, ovvero il suo ultimo anno di attività agonistica, iniziò con gli Europei di Montreaux. Alla vigilia sperava di conquistare una nuova medaglia, ma i sogni s’infransero contro la dura realtà. Fu infatti sconfitta dalla russa Minina 3-0 ai quarti di finale. Perse pure agli Open di Lussemburgo. Rimasero alla fine soltanto le Olimpiadi di Rio de Janeiro, ma anche qui arrivò una delusione. Fu sconfitta subito agli ottavi di finale da Kimia Alizadeh Zenoorin 7-6. Con questa sconfitta olimpica finì pure la carriera di Ana Zaninović.

Toni Kanaet, tanti gli allori
Il primo a farsi valere nel settore maschile fu Toni Kanaet. Nato a Spalato il 4 settembre del 1995, conquistò la prima medaglia a livello internazionale a Innsbruck, agli Austria open, dove vinse un argento tra i cadetti. Conquistò poi svariate medaglie in diversi tornei nazionali ed esteri. Nel 2009 si laureò campione europeo tra i cadetti a Zagabria. Nel 2012 passò tra gli seniores e vinse subito un argento ai Serbia open. Seguirono anni caratterizzati dalla conquista di medaglie ai diversi Open. Poi nel 2016 arrivò il primo alloro importante. Partecipò ai Campionati europei di Montreux nella categoria fino ai 74kg e sconfisse senza problemi tutti gli avversati fino alla finale. Qui però il portogese Julio Fereira fu troppo forte e così Kanaet dovette accontentarsi di un argento.
Il 2018 iniziò con gli Europei di Kazan. E qui arrivò il primo grande oro. Stravinse il torneo imponendosi in tutte le gare e vincendo la finale contro il turco Yildiz per 19-10. Lo stesso anno partecipò ai Grand Prix di Roma e Mosca dove conquistò due bronzi. Nel 2019 prese parte ai Mondiali di Manchester. Uscì però di scena agli ottavi di finale. Vinse poi un bronzo al Grand Prix di Chiba.
Dopo un 2020 in sordina neppure il 2021 partì benissimo. Kanaet fu sconfitto nei quarti di finale agli Europei. Arrivò senza grandi pretese alle Olimpiadi di Tokyo dove gareggiò nella categoria fino agli 80kg. Vinse all’esordio, negli ottavi, contro Martinez Garcia 21-15. Però perse in seguito nettamente 22-0 contro il russo Khramtcov. Venne ripescato nei round robin per poi battere con largo scarto Sawadogo (30-10) e in seguito nella finale per il bronzo Rafalovich (24-18). Infine l’anno scorso è arrivato in semifinale agli Europei di Manchester dove ha perso contro l’italiano Simone Alessio.

Matea Jelić, l’ultima delle grandi
Nata a Knin il 23 dicembre 1997, Matea Jelić è l’ultima delle grandi atlete del Marjan. Anche se ha oggi soltanto 25 anni, ha vinto tantissime medaglie a livello internazionale. La più importante è decisamente quella conquistata alle ultime Olimpiadi, quelle di Tokio, dove ha vinto l’oro nella categoria fino ai 67kg.
I primi successi arrivarono quand’era ancora cadetta: vinse infatti gli Austria Open nel 2011. S’impose poi in tanti altri tornei internazionali e si laureò pure campionessa mondiale juniores nel 2014 a Taipei. Passò poi nel 2014 tra le seniores. La prima medaglia importante arrivò agli Europei di Montreux nel 2016 dove vinse un bronzo. Nel 2018, ai Giochi del Mediterraneo, conquistò invece l’oro. Poi nel 2019 vince il Grand Slam a Wuxi. Nel mezzo due ori, tre argenti e due bronzi ai vari tornei del Grand Prix. Poco prima dell’Olimpiade d’oro si laureò campionessa europea a Sofia. L’anno scorso rimase senza medaglia sia agli Europei che ai Mondiali. In entrambe le competizioni uscì di scena ai quarti di finale.

Conquistate oltre cento medaglie
I risultati degli atleti del club di taekwondo negli ultimi 20 anni hanno posizionato il Marjan quale compagine femminile di maggior successo a Spalato. Le oltre 60 medaglie vinte ai Campionati mondiali ed europei, oltre a quelle olimpiche, sono un segnale tangibile di quanto forte sia questa società. Una società che negli anni ha “sfornato” campioni in continuazione e in primis nel settore femminile. Si è partiti da Ana e Lucija Zaninović, si è andati avanti con Matea Jelić, Bruna Vuletić, Lena Stojković... Il femminile certo in pole position, ma con il passare degli anni pure il segmento maschile si è fatto valere.
La tabella aggiornata delle medaglie a livello seniores, juniores e cadetti testimonia che i membri del Marjan hanno vinto:
- 5 medaglie olimpiche
- 11 medaglie nei Campionati mondiali
- 66 medaglie nei Campionati europei
- 42 volte campioni nazionali a squadre
Tra Campionati mondiali, europei e Giochi olimpici la statistica dice che i membri del club hanno vinto 35 ori, 24 argenti e 36 bronzi.
E non da meno, i suoi membri fino ad oggi hanno conseguiti ben 180 cinture nere. Oggi gli allenamenti in primo luogo avvengono al “Centro Olimpico”. Un Centro che permette di ottenere il massimo in questo sport. E quanto questo sia vero lo confermano i risultati che di anno in anno sono sempre più importanti e significativi.
(2 e fine)

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Pubblicato sull'inserto Inpiù Dalmazia del La voce del popolo il 8 aprile 2023.

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