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Nella sede della Comunità degli Italiani di Fiume si è tenuta ieri una conferenza sulla storia dell’alpinismo a Fiume tenuta da Igor Kramarsich, membro della presidenza del club alpino fiumano Platak (nonché web master della Casa editrice EDIT). Tre gli anni cardine dell’esposizione, ovvero il 1885, il 1948 e il 2022. Infatti, il 12 gennaio 1885 fu fondato il primo club alpino di queste terre. Una società che ha segnato la storia dell’alpinismo a Fiume e in Regione. Nel 1889 venne pubblicato l’Annuario del Club Alpino Fiumano di 207 pagine. Poi nel 1913 uscì la prima Guida di Fiume e dei suoi monti, di Guido Depoli. Nel 1919, il club divenne sezione del club alpino italiano, prima dell’annessione di Fiume al Regno d’Italia. Il 4 dicembre 1921 venne inaugurato il primo rifugio della sezione Egisto Rossi, quello di Lisina, rinnovato di recente. Nel 1924 in seno alla sezione nacque il Gruppo sciatori Monte Nevoso. Seguì quello dedicato alla speleologia.


In tutto la sezione gestiva 6 rifugi: 3 sul Monte Maggiore e 3 in zona Monte Nevoso. Oltre a quello di Lisina, sono tuttora in funzione quello sul Planik, mentre quello vicino al monte Orljak, in Istria, è stato in gran parte rinnovato. Gli altri non operano più. Furono costruite pure due torri, una sulla vetta Vojak, che tutti conosciamo, e l’altra sul Monte Luban, il più alto a Fiume, a quota 485m. Già nel 1901 la torre fu distrutta per problemi di edificazione e mai più ricostruita. Il Club alpino fiumano pubblicò il 15 maggio 1902 il primo numero della sua rivista bimestrale, che uscì fino al 1930. Fu rifondata nel 1963 e viene tutt’oggi pubblicata come annuale.
Il Club alpino fiumano divenne sezione del CAI (Club alpino italiano) e finita la Seconda guerra mondiale si “trasferì” in Italia dove opera tuttora. Nel dopoguerra il primo club alpino fu il Radnik, fondato nel 1946 con due sezioni: a Fiume e a Sušak. Il 15 giugno 1948 nacque il club alpino Rijeka, dalla fusione del Radnik con il Primorje di Sušak. Nel 1962 il Rijeka cambia il nome in Platak.
Tra i traguardi raggiunti, l’organizzazione della prima gara di slalom gigante nel 1947 sul Platak. Il 27 luglio 1950 si concluse la costruzione del rifugio Moša Albahari, sullo Snježnik, realizzato a un’altezza record di 1.490m. Il 29 novembre del 1951 fu inaugurato il secondo rifugio, quello sul Platak. Entrambi furono rinnovati nel 1974. Oggi, purtroppo quello sullo Snježnik versa in pessime condizioni, ma è in piano il suo rinnovo. Tra le varie spedizione internazionali quelle di Durmitor (1949), Grossglockner (1952), Monte Bianco (1953), Dolomiti (1954), Kilimangiaro (1958, come spedizione di varie sezioni dell’ex Jugoslavia), Carpati e Vitoš (1965), Tatre (1966), Gran Sasso d’Italia (1968), Monte Everest (1971), Olimp (1979), Jof Fuart (1980) e tante altre.
Oggi il club Platak conta circa 200 membri. A guidarlo è Zoran Bistričić. Una decina di guide conducono, ogni fine settimana, i membri in escursioni in varie parti della Regione, come pure all’estero. Quest’anno ne sono previste diverse in Slovenia e in Italia. Ricco il programma del prossimo weekend: sabato una gita a Bohinj e domenica una a sorpresa, per ricordare l’anniversario di fondazione del club.
Seguirà una gita nel Grobniciano, tra Plosna e Cernik. Il 30 gennaio ci sarà la prima tappa della camminata tra Veglia e Brzac. In febbraio tre tappe in Italia di cui due sciistiche a Ravascletto e Sella Nevea e una a Duino. Nel frattempo in programma la Melnice-Križišće e la passeggiata degli asparagi a Barbana. La conferenza di ieri sera ha segnato l’inizio della collaborazione tra la CI di Fiume e il club alpino Platak. (ik)

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Pubblicato sul La voce del popolo il 12 gennaio 2022.

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