Ogni quattro anni c’è un appuntamento fisso: sono i Giochi Olimpici, quelli estivi. Un appuntamento seguitissimo con una grande partecipazione di atleti provenienti da tutte le parti del mondo. Però ormai da anni esiste un altro importante appuntamento che segue a ruota i Giochi olimpici. Sono i Giochi Paralimpici, inaugurati nel 1960. Però di questi Giochi il più delle volte si sa ben poco. Registrano una partecipazione sempre più massiccia; evidenziano la grande forza di volontà degli atleti in gara che spesso ottengono grandi risultati. Però rimangono nell’ombra. Desideriamo qui ripercorrere la loro storia e in primis quella degli atleti dalmati che nel corso degli anni hanno conquistato numerose medaglie in svariati sport, alcuni dei quali tutto sconosciuti ai più.
1984, Stoke Mandeville e New York
I Giochi Paralimpici del 1984 fuorno particolari in quanto si svolsero in due città di due continenti diversi: una parte nel Regno Unito, ovvero nella località inglese di Stoke Mandeville, e l’altra parte a New York, negli Stati Uniti d’America. Sono anche conosciuti come i “Giochi dell’ultimo minuto”. Inizialmente avrebbero dovuto tenersi a Urnaba, un sobborgo di Chicago, presso l’Università dell’Illinois. Ma l’Ateneo fece marcia indietro tre mesi prima dell’inizio dei Giochi a causa di problemi finanziari. Ed è per questo che a Chicago subentrarono altre due città, per di più con due date diverse: New York (16 giugno - 30 luglio) e Stoke Mandeville (22 luglio - 1 agosto). Gli amputati, gli atleti con paralisi cerebrale e gli atleti ipovedenti gareggiarono a New York, mentre quelli con lesioni del midollo spinale in Inghilterra.
Parteciparono a queste Paralimpiadi in totale di 2.900 atleti provenienti da 45 Paesi diversi. Milka Milinković continuò a fare incetta di medaglie a Stoke Mandeville, vincendo l’oro nel lancio del giavellotto e l’argento nel lancio del peso. Anche Roko Mikelin Opara ottenne risultati fantastici con tre nuove medaglie: l’oro nella staffetta e due bronzi nella competizione individuale (100 m stile libero, 50 m dorso). Spiro Zrilić e Marinko Vidaić vinsero a loro volta la medaglia di bronzo nel goalball, una competizione che si svolse a New York.
1988, Seoul
Nel 1988 i Giochi di Seoul portarono a un grande cambiamento negli sport paralimpici. Per la prima volta, i Giochi si svolsero nella stessa città e nelle stesse strutture che avevano ospitato in precedenza i Giochi Olimpici. Vi parteciparono 3.053 atleti provenienti da 61 Paesi diversi. Milka Milinković vinse il suo secondo oro, questa volta nel lancio del peso, con un nuovo record mondiale. Roko Mikelin Opara conquistò il bronzo nei 100 dorso: fu la sua ottava e ultima medaglia paralimpica. Adam Kablar vinse l’oro nel goalball. I Giochi furono contrassegnati dagli splendidi risultati ottenuti dal nuotatore americano Trischa Zorn, vincitore di ben 12 medaglie d’oro, che stabilì pure dieci record mondiali. Trischa Zorn gareggiò complessivamente in ben sette Paralimpiadi e vinse in totale 55 medaglie (41 d’oro, 9 d’argento, 5 di bronzo): è stato finora il paralimpico di maggior successo.
Lo zaratino Marinko Vidaić
Marinko Vidaić nacque il 26 settembre 1948 a Cerno (Crno), vicino a Zara. Come tutti i bambini della sua generazione, frequentò la scuola elementare. A cambiare la sua vita fu un incidente avvenuto quando aveva nove anni. Un pezzo di gesso gli volò nell’occhio; all’inizio non sembrò una lesione incurabile. Dopo otto giorni dovette ricorrere alle cure dei sanitari dell’Ospedale di Zara. Nel nosocomio gli fecero delle iniezioni che ottennero l’unico risultato di aggravare l’infiammazione all’occhio. Presto Marinko fu costretto a recarsi a Zagabria per le cure del caso. I suoi genitori non erano d’accordo che venisse sottoposto a una delicata operazione. I medici però sospettavano che avesse persino un tumore. Il suo occhio alla fine dovette essere rimosso. Ormai era troppo tardi per salvare anche l’altro, che si spense. Aveva solo 11 anni e dovette rassegnarsi al fatto di essere cieco. Continuò a frequentare la scuola elementare, per poi terminare la scuola superiore a Zagabria, presso il Centro “Vinko Bek”, l’istituto che si occupa dell’educazione e della riabilitazione dei non vedenti.
Dopo aver terminato la scuola, lavorò brevemente in un’azienda di Zagabria, per poi cercare un nuovo lavoro. Nel 1970 tornò a casa. A Zara venne assunto dalla ditta Vinilplastika, dove lavorò come operatore telefonico fino al 1998, quando fu costretto al prepensionamento a causa della precaria situazione finanziaria della fabbrica. In effetti, l’impresa fallì a causa della malaprivatizzazione e così si concluse anche il percorso lavorativo di Marinko.
Lo zaratino Marinko Vidaić era un amico di tutti, nel vero senso della parola. Voleva semplicemente essere d’aiuto laddove poteva ed essere al fianco in particolare delle persone non vedenti. Fu così molto attivo nell’ambito dell’Associazione dei non vedenti di Zara e della Contea zaratina. Fu presidente dell’Associazione dei non vedenti della Contea di Zara dal 1994 al 2000 e dal 2002 al gennaio 2012, quando la malattia lo costrinse a dimettersi. Fu anche delegato nell’Assemblea dell’Associazione croata dei non vedenti.
A Zara si iscrisse pure all’Associazione sportiva dei non vedenti e ipovedenti e iniziò a giocare con un pallone. Il pallone sonoro. Come membro della squadra nazionale croata vinse in diverse occasioni i Campionati jugoslavi di goalball. Fu membro della squadra nazionale jugoslava, che conquistò il primo posto nel goalball ai Campionati europei del 1989 a Vejle, in Danimarca. Prese parte anche ai Mondiali: a Indianapolis nel 1982 conquistò il nono posto, mentre a Roermond in Olanda nel 1986 vinse il titolo di campione del mondo. Partecipò ai Giochi Paralimpici del 1980 ad Anhem, dove si piazzò al sesto posto. L’apice della sua carriera sportiva fu ai Giochi Paralimpici del 1984 a New York, dove conquistò la medaglia di bronzo nel goalball. Va detto che in questo sport Marinko era conosciuto come uno dei migliori difensori del mondo e in generale come uno dei migliori giocatori della Jugoslavia.
Lavorò a lungo per favorire l’inclusione sociale dei non vedenti e contribuire al miglioramento del loro tenore di vita. Era orgoglioso dei suoi successi, soprattutto sportivi, ma soprattutto era indignato per la difficile posizione sociali dei non vedenti, per l’impossibilità di far valere appieno i diritti che loro spettavano, nonché per l’inadeguatezza del sistema di valutazione che insistentemente li trascurava e si dimenticava dei loro problemi. Durante tutta la sua vita promosse diligentemente i diritti dei non vedenti, sia occupandosi dei casi individuali che perorando la causa di coloro che si trovavano nella sua condizione al cospetto delle più alte istituzioni statali.
Morì il 25 aprile 2012 a Zara, dopo una breve malattia e fu sepolto nel cimitero di Cerno (Crno). Il percorso di vita di questo grande atleta e operatore umanitario dimostra che quando c’è forza di volontà, una persona, nonostante un handicap, può superare anche gli ostacoli più difficili.
Špiro Zrilić, bronzo nel goalball
Špiro Zrilić nacque il 14 agosto 1952 a Zara. Fu per molti anni segretario dell’Associazione dei non vedenti di Zara e capo della loro sezione sportiva. Iniziò a giocare con la palla sonora, il goalball, a Zara. Come membro della squadra nazionale croata vinse in diverse occasioni i Campionati jugoslavi di goalball. Vinse anche il secondo posto agli Europei del 1983 a Copenaghen. Nella città polacca di Olsztyn nella stessa competizione nel 1985 divenne campione europeo. Špiro e la sua squadra conquistarono anche l’oro ai Campionati europei del 1987 a Milton Keynes, in Inghilterra. Nel 1989, a Vejle, in Danimarca, Špiro Zrilić fece parte della della squadra che vinse il Campionato europeo di goalball. Partecipò ai Mondiali del 1982 a Indianapolis, piazzandosi al nono posto, mentre nel 1986 a Roermond, nei Paesi Bassi, conquistò la medaglia d’oro. Vinse pure la medaglia di bronzo ai Campionati mondiali del 1990 a Calgary, in Canada. Špiro Zrilić partecipò ai Giochi Paralimpici del 1984 a New York, dove conquistò la medaglia di bronzo nel goalball. Con Špiro Zrilić in squadra, la compagine di Zara vinse dieci volte il Campionato croato di goalball e cinque volte il Campionato jugoslavo.
Špiro, oltre al goalball, è molto attivo anche negli scacchi. Ha conquistato una volta il primo posto ai Campionati a squadre croati ed è stato secondo ben quattro volte. Dà un grande contributo al lavoro dell’Associazione, aiuta le persone ipovedenti e non vedenti a esercitare i propri diritti e la sua esperienza di vita è la migliore prova che quando una persona ha volontà ed energia, nonostante gli handicap fisici, può raggiungere traguardi importanti.
Adam Kablar, bronzo nel 1990
Adam Kablar nacque il 2 febbraio 1958 a Biovičino selo, vicino a Kistanje, non lontano da Knin nell’entroterra dalmata. Dopo aver perso la vista nel 1971, continuò la sua formazione presso la scuola per non vedenti di Zemun nel 1972. Fino all’età di tredici anni, ovvero fino a quando perse la vista, Kablar giocò a calcio, correndo... Alla fine del 1972 iniziò a praticare uno sport poi chiamato roalball, che in seguito divenne noto come goalball. Adam mosse i primi passi in questo sport a scuola. Durante gli studi a Zemun giocò per la squadra della scuola ottenendo notevoli successi. Dopo aver terminato gli studi ed essere tornato a casa, praticò per la prima volta questo sport a Sebenico e, come ammise lui stesso, trascorse gli anni migliori a Zara. Come membro della squadra nazionale croata vinse in diverse occasioni il Campionato jugoslavo di goalball. Militò nelle file della nazionale jugoslava che conquistò il primo posto ai Mondiali del 1987 a Milton Kings in Inghilterra. Partecipò pure ai Mondiali di Calgary, in Canada, nel 1990, dove la nazionale jugoslava si piazzò al terzo posto. Va rilevato ancora che Adam Kablar, quale componente della nazionale jugoslava, vinse pure una medaglia d’oro nel 1989 nella città danese di Vejle.
Come membro della nazionale jugoslava, ottenne il più grande successo della sua carriera ai Giochi Paralimpici del 1988 a Seoul. A comporre la squadra che conquistò la medaglia d’oro alle Paralimpiadi nella Corea del Sud furono Muhamed Arnautović (Bosnia ed Erzegovina), Miroslav Janči e Dragan Sremčević (Serbia), Rajko Kopac (Slovenia) e Adam Kablar (Croazia).
Kablar vinse numerose medaglie alle Paralimpiadi e ai Campionati mondiali, europei e regionali. In questo contesto un numero significativo di allori fu appannaggio degli atleti della Repubblica di Croazia. Kablar in seguito lasciò la Croazia e si stabilì in Serbia, e successivamente negli Stati Uniti.
Le caratteristiche del goalball
Ma vediamo le caratteristiche del goalball, un gioco a squadra per giocatori non vedenti e ipovedenti che viene giocato con una palla sonica del peso di 1,25 chilogrammi su un campo di pallavolo contrassegnato in rilievo. Gli obiettivi sono piazzati sulle linee di bordo posteriori del campo di pallavolo. Lo spazio davanti alla porta, lungo 9 m e alto 1,65 m, è occupato da tre giocatori con ruoli difensivi e offensivi. Il centro e le due ali si muovono in un’area fino a 3 m davanti alla porta, da dove “sparano” all’avversario, cioè difendono la propria porta. La palla viene lanciata in modo identico come una palla da bowling e non deve volare a più di 3 m dalla linea di tiro. Attraversare questa linea significa assegnare la palla all’avversario. Tutti i giocatori, anche quelli con i minimi resti della vista e del senso della luce, hanno gli occhi coperti e indossano occhiali opachi per garantire la parità di gioco.
Il goalball è stato ideato da veterani non vedenti della Seconda guerra mondiale che stavano trascorrendo un periodo di riabilitazione nel 1946 in Austria. Con l’aspirazione di ideare un gioco di palla collettivo per non vedenti, l’austriaco Hanz Lorenzen e il tedesco Sepp Reindle fecero “suonare” la palla con trucioli di metallo. La corda tesa sul pavimento, che fissarono con un nastro adesivo largo, segnò importanti linee di gioco. Il nome originale di questo gioco era rolball, dalle parole tedesche: roller-roll e ball-ball. Quindi, una palla che rotola. Il goalball esordì alle Paralimpiadi nel 1976 ai Giochi Paralimpici di Toronto. In quanto gioco unico nel suo genere è espressione della modernità dei non vedenti rispetto ad altri atleti con disabilità. Il goalball è stato praticato in Croazia e nell’ex Jugoslavia sin dai sui inizi. La squadra nazionale dell’ex Jugoslavia è stata una delle squadre nazionali che ha conquistato il maggior numero di trofei al mondo.
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Pubblicato sull'inserto Inpiù Dalmazia del La voce del popolo il 11 giugno 2022.