Lo sport è un mondo molto competitivo e per conseguire grandi risultati gli atleti, indipendentemente che si affrontino in discipline singole o in quella di squadra, devono dedicare anni agli allenamenti. Lo stesso vale pure per le società sportive che normalmente impiegano decenni per emergere e farsi un nome a livello nazionale. Distinguersi a livello internazionale è un’impresa persino più impegnativa e ardua. Però certe storie sono fuori dagli schemi. Una di questa è quella del taekwondo club di Spalato, il Marjan. Una società, poco più che “maggiorenne”, ma ben nota a livello internazionale. Una società con tanti campioni mondiali, europei e olimpici.
Il taekwondo è un’arte marziale di origini coreane praticata oggi a scopi agonistici e popolare in tutto il mondo. In Croazia il taekwondo è stato introdotto dalla Germania e iniziò ad “attecchire” all’inizio degli anni ‘60 del secolo scorso. Le prime palestre a proporlo ai propri iscritti si trovavano a Fiume, ma nell’arco di pochi anni questo sport si diffuse un po’ in tutto il Paese. All’inizio degli anni ‘90 nel capoluogo dalmata venne fondato il Taekwondo klub Neryo. Poi nell’agosto del 2000 due suoi membri a grandi appassionati di taekwondo, Toni Tomas e Mario Kozić decisero di fondare il club Marjan Taekwondo e iniziarono un’avventura gloriosa.
Anni difficili
I primi anni furono molto difficili. Anche se a Spalato le palestre abbondano non fu semplice individuarne una nella quale organizzare gli allenamenti del Marjan. Inizialmente la società usò gli spazi della Scuola elementare di Skalice. Gli allenamenti si svolgevano tre volte al giorno. Dopo tre anni i responsabili del Club riuscirono a ottenere uno spazio tutto loro a Blatine. Un palestra che dava l’indipendenza, fruibile 24 ore su 24, nella quale creare le basi per consentire agli atleti di allenarsi in modo serio e sistematico. Appena tre anni dopo il trasferimento nella nuova palestra Ana Zaninović conquistò la prima medaglia internazionale del ricco palmares del Marjan, l’argento dei mondiali di Pechino 2007. Non ebbe troppe difficoltà a qualificarsi nella finale, dove però fu costretta a scontrarsi con la spagnola Brigittia Yague. La campionessa iberica si rivelò un avversario troppo duro per la lottatrice dalmata che tuttavia eguagliò il più grande successo ottenuto fino ad allora in questo sport dai nazionali croati in una competizione iridata (Nataša Vezmar e Sandra Šarić conquistarono il podio ai mondiali del 2003).
Passarono ulteriori tre anni e arrivò anche il primo successo a livello europeo. A salire sul podio continentale fu Lucija Zaninović che a San Pietroburgo, nel 2010, conquistò l’oro sbaragliando la concorrenza nella categoria fino a 49 chilogrammi. Sulla strada per l’oro, Lucija ebbe la meglio sulla turca Hatica Kubra Ilgun (3:0), sull’ucraina Ganna Soroka (12:6), sulla svedese Hana Zajc (9:3) e sulla francese Yasmina Aziez (9:5). Al rientro a Spalato Lucija Zaninović trovò ad attenderla all’aeroporto di Resnik una folla immensa e gioiosa.
L’impresa olimpica
Nel 2011 a vincere fu nuovamente Ana Zaninović, che a Gyeongju, nella Corea del sud, si aggiudicò il titolo di campionessa. Alla fine della competizione la lottatrice croata vantava una differenza di punti totale di 67:21, battendo avversarie di Paesi (Taiwan, Iran, Corea e Marocco) con una tradizione molto più lunga nella pratica del taekwondo rispetto alla Croazia. La spuntò contro i rappresentanti di Spagna, Taiwan, Iran, Corea e Marocco. Dopo le medaglie ai Mondiali e agli Europei tutti si aspettavano pure l’arrivo del titolo olimpico.
La prima delle sorelle Zaninović a vincere la medaglia ai Giochi fu Lucija che alle Olimpiadi di Londra del 2012 riuscì a salire sul terzo gradino del podio entrando di diritti negli annali dello sport croato e dalmata. Un sogno diventato realtà. Si trattò della prima medaglia olimpica conquistata da una lottatrice della città di Spalato. L’avventura olimpica di Lucija iniziò con gli scontri contro Catherine Kong e Carola Lopez, battute rispettivamente per 14 a 0 e per 13 a 4. In semifinale la campionessa dalmata dovette arrendersi alla cinese Wu Yingju (Cina). Una sconfitta che portò Lucia a lottare per il bronzo. La drammatica lotta per il bronzo si concluss con un turno supplementare in cui Lucija festeggiò dopo aver conquistato il punto d’oro.
L’anno dopo sua sorella Ana fu chiamata a difendere la sua medaglia d’oro ai mondali di Puebla in Messico. Riusì a conquistare la finale senza troppe difficoltà, dove ad attenderla c’era la coreana Kim Yu Janica. Dopo il terzo round la lottatrice croata si trovò in vantaggio di 6-5. Purtroppo, nel finale dell’incontro, dopo aver ricevuto un avvertimento dal giudice fu costretta ad affrontare un round supplementare, costatole il titolo. Inoltre, l’ultimo giorno dei Mondiali (ai quali parteciparono un migliaio di atleti provenienti da 150 Paesi) ad Ana fu consegnato un premio per il fair play.
Le medaglie... «gemelle»
Nel 2014 durante gli Europei di Baku le gemelle Zaninović entrarono nella storia del taekwondo diventate le prime gemelle a vincere entrambe l’oro nella medesima edizione della competizione continentale. Entrambe vinsero il titolo europeo nelle rispettive categorie. Per Lucija si trattava del terzo e per Ana del primo oro agli europei. I loro successi permisero alla selezione croata di conquistare il titolo a squadre. L’anno dopo a Čeljabinsk Ana Zaninović conquistò la sua quarta medaglia iridata, questa volta di bronzo. Salendo sul podio diventò, assieme a Blanka Vlašić e Janica Kostelić, l’atleta croata con il maggior numero di medaglie conquistate a livello internazionale in una disciplina olimpica.
Il 2016 fu l’anno delle Olimpiadi di Rio de Janeiro. Ai Giochi parteciparono pure le sorelle Zaninović, accompagnate dagli allenatori Toni Tomas e Marko Novak. L’esito della spedizione, fu deludente. Lucija, data per stra favorita per la vittoria venne fermata ai quarti dalla dalla francese Yasmine Aziez per 4-3. Per Ana la partecipazione alle Olimpiadi fu persino più breve. Perse all’esordio contro l’iraniana Kimia Alizadeh Zenoorin per 7-6. In seguito a queste due sconfitte le sorelle Zaninović si ritirarono dalle scene internazionali.
Le nuove leve
Al loro posto a tenere alti i colori del Marijan subentrarono due lottatori. Nel 2018 Lovre Brečić e Toni Kanaet si laurearono campioni europei. Il primo nella categoria fino a 63 chilogrammi e il secondo in quella fino ai 74 chilogrammi. Due medaglie che permisero alla selezione croata (maschile) di salire per la prima volta sul podio a squadre in una competizione internazionale.
Ma i successi del Marjan continuano a tingersi ancora anche di… rosa. Nel 2019 a Manchester, arrivò un bronzo mondiale. A conquistarlo fu Bruna Vuletić, all’epoca appena diciannovenne, nella categoria fino a 62 chilogrammi. Per certi versi Bruna “vendicò” le compagne di squadra Lena Stojković, Matea Jelić e Nikita Glasnović, tutte e tre eliminate negli ultimi secondi dei rispettivi scontri. Bruna, invece, riuscì a essere lei a imporsi conquistando in estremis il punto della vittoria contro l’avversaria per la medaglia la russa Yuliya Zaitseva, battuta 13 a 12.
Il 2020 fu l’anno di Matea Jelić, proclamata dal Comitato olimpico croato (HOO) migliore atleta croata, bissando l’obiettivo pure nel 2021. Un grande traguardo per un “piccolo” sport che, negli ultimi anni. In virtù dei suoi successi internazionali Matea riuscì a infrangere il predominio di atlete del calibro di Janica Kostelić (sci), Sandra Perković (atletica, lancio del disco) e Blanka Vlašić (atletica, salto in alto). Prima di lei a riuscire nell’impresa fu un’altra stella del taekwondo, Ana Zaninović nel 2011.
Quota 100
Il più grande successo nella storia del club spalatino, a detta di molti è stato però quello ottenuto ai Giochi Olimpici di Tokyo nel 2021. I protagonisti di questa bella impresa furono proprio Matea Jelić e Toni Kanaet. Matea si aggiudicò l’oro a soli 23 anni battendo nella finale della categoria fino a 67 chili la britannica Luren Williams per 25-21. A sua volta Toni Kanaet, pur dovendosi “accontentare” del bronzo, diventò il primo lottatore croato a vincere una medaglia olimpica croata ottenuta in uno sport di combattimento, battendo nella “finalina” l’uzbeco Nikita Rafalović per 24-18 contro.
Ai campionati europei del 2022 i lottatori del Marjan hanno fatto persino meglio, conquistando complessivamente sei medaglie. L’oro vinto da Lena Stojković (proclamata poi dall’HHO miglior sportiva dell’anno) e Ivan Šapina. Lo stesso anno per il club spalatino è arrivata pure la medaglia numero 100 conquistata dai suoi atleti in una competizione internazionale. A riuscire nell’impresa è stato Paško Božić, aggiudicandosi l’oro ai Campionati europei per giovani seniores. Ad aprire nel migliore dei modi il 2023 è stata Lena Stojković laureandosi, ad appena 20 anni, campionessa del mondo. A conquistare una medaglia iridata in Messico c’era riuscita pure la diciottenne Ivana Duvančić, che a Guadalajara era salita sul terzo gradino del podio nella sua categoria.
(1 e continua)
Per vedere l'intero articolo, versione PDF
Pubblicato sull'inserto Inpiù Dalmazia del La voce del popolo il 18 marzo 2023.